Seguire con l’orecchio il ronzio allontanarsi e la sua voce metallica affievolirsi.
La grandezza del disegno sonoro che si creava nell’aria, i ghirigori invisibili che si producevano, il piacere o anche il fastidio.
E oltre l’udito, il tatto.
Le scottature sui polpacci delle ragazze.
E poi l’olfatto: con le esalazioni della miscela di aria, olio e zolfo.
E il gusto: il sapore quasi alcolico e bruciante della benzina.
E infine la vista, anticipata dall’immaginazione.
Gli incantatori di serpenti.
La fiera di Pushkar.
Il deserto.
L’elettricità.
Aspettare che esca la sua ombra – when you come back.
Ispirato da: Elio Mandara